La creazione degli Uffici di Piano ha completato il quadro degli organismi di governo istituzionale e tecnico del sistema di welfare locale.
L’intero impianto di riforma dei sistemi sociali si basa sul concetto di partecipazione, sancito dal principio di sussidiarietà, ratificato con legge costituzionale n.3 del 2001.
Partecipazione, responsabilità diffusa, scelta condivisa, co-finanziamento della programmazione sociale presuppongono la definizione di strumenti integrati di governo, sia a livello di indirizzo politico che di organizzazione e gestione tecnica.
L’impianto normativo riconosce in più punti il ruolo delle istituzioni pubbliche, stato, regione ed enti locali ma non stabilisce in forma definita in che modo si possa garantire la concertazione, al di là di strumenti generici come le conferenze dei servizi, seppur allargate alla cittadinanza.
I canali di informazione non sono sufficienti a garantire opportuni livelli di partecipazione e non possono sostituire organismi e strumenti di democrazia diffusa.
Gli Uffici PLUS possono rappresentare un modello di attuazione dei processi di partecipazione e di condivisione, assicurando l’incontro permanente tra gli enti locali, il privato sociale e gli enti terzi. Da una parte il Comune capofila trova il modo di evitare di supportare da solo l’i ntero processo di governo, individuando uno spazio in cui definire i compiti di ciascun partner, a cominciare dalle responsabilità della P.A. Condividere le scelte gestionali ed organizzative significa equilibrare le spese di manutenzione della programmazione, valorizzare le risorse e individuare meglio le criticità emergenti.
Ma anche proseguire il percorso verso la definizione di un Ambito territoriale unico, nel quale i comuni, l’azienda sanitaria e gli altri stakeholders siano messi in condizione di esaltare le proprie caratteristiche e peculiarità, ampliandone i confini verso forme più articolate di rappresentazione e di programmazione, facilitando le interlocuzioni con la Regione, lo Stato e la Comunità Europea.
Inoltre, i Comuni aumentano le possibilità di emanciparsi dal ruolo attuale di enti minori, dotati di scarsa motivazione al governo e con poche chance di sviluppo strategico.
Ancora, la presenza attiva della Provincia può garantire al Distretto la realizzazione della rete infrastrutturale, funzionale ad una gestione qualitativa del sistema di welfare locale, attraverso l’implementazione di Osservatori, banche dati, laboratori di progettazione, percorsi formativi. Infine, l’attivazione di consulte e di altri organismi di partecipazione può contribuire a definire strumenti permanenti di incontro con il privato sociale, le reti familiari e la cittadinanza attiva, diffondendo una cultura delle responsabilità e della condivisione.